Vai al contenuto

Sonnet 9

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Voce principale: Sonetti (Shakespeare).

Sonnet 9 o Is it for fear to wet a widow's eye è il nono dei Sonnets di William Shakespeare.

Analisi del sonetto

[modifica | modifica wikitesto]

Nei primi due versi del sonetto, Shakespeare si rivolge al "Fair youth", chiedendogli se è per paura di far soffrire e piangere la propria vedova che non si decide a sposarsi. Successivamente, nell'arco delle quartine, il poeta espone i punti a sostegno della tesi del matrimonio, spiegando che morendo senza prole, il mondo intero lo dovrà piangere, lamentando che egli non abbia lasciato dietro di sé la propria immagine, rappresentata appunto dai figli stessi, che potrà essere conservata nella memoria di tutti. A differenza, continua Shakespeare, del denaro sprecato da uno scialacquatore, che anche dopo la sua morte continua a circolare nelle mani delle persone, la bellezza finisce con la morte della persona, e se essa viene sprecata (se non viene utilizzata per lasciare dei discendenti) di lei non rimane traccia. Il distico finale costituisce una sorta di rimprovero, in cui il poeta afferma che chi commette il crimine di privare il mondo della propria immagine è una persona che non prova amore per gli altri.

Riferimenti nella cultura di massa

[modifica | modifica wikitesto]
  • Nella canzone "Come cover me", della band metal finlandese Nightwish, c'è un riferimento a questo sonetto nel primo verso del testo, che recita "come wet a widow's eye".[1]
  1. ^ Come cover me, lyrics [collegamento interrotto], su nightwish.com, www.nightwish.com.

Collegamenti esterni

[modifica | modifica wikitesto]
  Portale Letteratura: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di Letteratura